Quando pensiamo al processo di una traduzione ci viene subito in mente il lavoro di trasposizione linguistica del testo che il traduttore professionista andrà a compiere. Questa fase, però, nonostante sia di primaria importanza è seguita da un’altra altrettanto cruciale: la revisione.
La revisione di un testo tradotto è un processo che non dovrebbe mai mancare subito dopo una qualunque traduzione. Questa fase, strettamente collegata a quella principale della trasposizione di un contenuto da una lingua in un’altra, viene denominata “garanzia della qualità” e consiste, appunto, nella rilettura del testo tradotto da parte di una terza persona che ne dovrà valutare la resa stilistica, linguistica e comunicativa.
Prima di essere consegnato al suo committente, è importante che ogni aspetto dell’opera sia reso, nella sua lingua di arrivo, nella miglior maniera possibile. Durante questa procedura, quindi, potranno essere notati eventuali refusi, errori di battitura o concetti poco chiari. Il testo sarà esaminato dal punto di vista logico, ortografico, sintattico, lessicale e grammaticale.
Tendenzialmente la revisione di un testo si suddivide in tre differenti fasi:
Durante la fase del controllo della qualità della traduzione, il testo viene riletto per verificarne l’accuratezza e gli eventuali errori di trasposizione. In base all’argomento trattato, l’esame verterà maggiormente su uno o l’altro aspetto. Nel caso delle traduzioni letterarie, il contenuto e il messaggio comunicativo saranno al centro delle attenzioni del traduttore; qualora si avesse, invece, a che fare con una traduzione legale, sarà fondamentale osservare le scelte compiute a livello di contenuto.
Il controllo della qualità si concentra principalmente su due tipologie di verifica: la verifica parola per parola e la verifica stilistica.
La verifica parola per parola è la prima fase dell’attività del revisore e consiste nel controllare una traduzione con il testo originale a fronte, per individuare ogni possibile errore di traduzione, di terminologia, testo mancante ed elemento che invalidi la fedeltà del testo all’originale.
La verifica stilistica, invece, la seconda fase dell'attività di revisione di un testo e segue alla verifica parola per parola. Il revisore, quando esegue la verifica stilistica, migliora i testi del traduttore rendendoli più piacevoli al lettore, intervenendo sullo stile, la sintassi e la punteggiatura.
È durante questa fase che vengono modificati tutti gli eventuali errori riscontrati durante il controllo della qualità della traduzione. Se il testo è stato tradotto da un madrelingua competente, generalmente le correzioni saranno inesistenti o comunque minime. Anche il miglior professionista in circolazione, infatti, potrebbe aver dimenticato una virgola o un accento.
Qualora, invece, gli errori dovessero risultare grossolani, le correzioni potrebbero durare più del previsto ed esplicarsi in una completa e totale riscrittura del testo, portando via numerosi giorni di lavoro.
A questo punto il revisore incaricato dovrà leggere ancora una volta la traduzione del testo nella sua interezza, controllando che siano state apportate tutte le modifiche e le correzioni necessarie.
La rilettura finale o proofreading è una fase obbligatoria della traduzione professionale.
La norma europea della qualità UNI-EN ISO 17100:2015 (sostitutiva della precedente norma UNI-EN ISO 15038) approvata dal Comitato Europeo di normazione (CEN) prevede infatti che la revisione di una traduzione e quindi anche il proofreading sia sempre a carico di un secondo traduttore, perché a chiunque può capitare di cadere in un refuso.
Un refuso è essenzialmente un errore di traduzione dovuto a una comprensione incompleta o errata del testo originale, che può portare a saltare alcune parti importanti o fare vari errori tipografici o di ortografia durante il processo di traduzione. Durante la revisione delle traduzioni, notiamo spesso che a volte gli errori non sono tanto causati dall'inesperienza del traduttore quanto da un testo di partenza (chiamato "testo sorgente") di bassa qualità. Risulta quindi importante, prima di sottoporre un qualsiasi testo ad un processo di traduzione, effettuare un ulteriore correzione del testo originale per evitare di incorrere in questa problematica.
Una volta completata la rilettura, se il testo dovesse essere stato modificato correttamente, si potrà procedere alla consegna dello stesso al mittente. Qualora, invece, dovessero esserci ulteriori sviste ed errori, si dovrà tornare alla fase precedente, sottoponendo la traduzione, una volta ancora, alla revisione delle correzioni.
Qualora la traduzione non venga eseguita da un traduttore in carne ed ossa ma da un software di machine translation (o traduzione automatica), il lavoro del revisore diventerà ovviamente più consistente: in questo caso non si tratta più di un semplice proof-reading, ma si parlerà di un vero e proprio post-editing (PE).
Il post-editor può operare su due livelli: esistono infatti il PE minimo (“light”) e il PE completo (“full”). Lo scopo del primo livello è semplicemente quello di rendere comprensibile la traduzione effettuata dal software, correggendo soltanto errori di traduzione o parti omesse. Si predilige questo tipo di post-editing per testi che non verranno pubblicati, ad esempio per le comunicazioni interne, o se il cliente richiede espressamente una traduzione veloce piuttosto che di una certa qualità.
Quando viene richiesto invece un post-editing di secondo livello, il testo finale deve avere la scorrevolezza e la precisione di una traduzione umana, in cui la machine translation non è più riconoscibile. In questo caso il revisore dovrà assicurarsi che ogni aspetto sia impeccabile: lo stile, la terminologia, l’ortografia, la punteggiatura e il formato saranno controllati minuziosamente affinché la qualità della traduzione risulti impeccabile. Si consiglia questo tipo di post-editing per testi che vedranno la pubblicazione.